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Per oltre trent’anni Il Diario Vitt ha alleviato la pesantezza delle fatiche scolastiche, grazie al genio di colui che, salvo per un paio di edizioni, ne fu l’illustratore. La straripante verve creativa di Benito Jacovitti ha acquistato al suo interno uno spazio sempre maggiore, fino a diventarne protagonista assoluta. Testimoni di questo crescendo sono gli anni Sessanta e Settanta, gli “anni d’oro” del Diario Vitt. Li abbiamo ripercorsi attraverso una scelta delle vignette di Jacovitti e dei testi talvolta firmati da nomi del calibro di Indro Montanelli e Sergio Zavoli.
Un’occasione per ripercorrere la storia del costume e della cultura del nostro Paese, della quale il Diario Vitt ci restituisce uno spaccato talvolta parziale, ma sempre significativo.
Ai disegni e ai testi fa da controcanto il commento di Goffredo Fofi, che accompagna il lettore in questo viaggio nella memoria giocando sul filo dell’emozione e della nostalgia.
A raccontare la genesi e la storia dei primi anni di vita del Diario Vitt e a evidenziarne l’importanza nell’evoluzione del costume, provvede l’appendice curata da Gianni Brunoro, che ricostruisce l’affermarsi, in quegli stessi anni, di un nuovo rapporto tra fumetto e scuola.
Ma il merito del successo del Diario Vitt è da attribuire tutto a Jac, Lisca di pesce.
“Estremistra di centro”, sognatore anarchico, Jacovitti è l’emblema della cultura italiana di massa del Novecento, poiché ha saputo rappresentare in ogni sua figurina qualcuno di noi, qualcosa di noi.